Telegram, chiusi 6 canali con 20.000 utenti per vendita di droga e documenti falsi

Telegram, chiusi 6 canali con 20.000 utenti per vendita di droga e documenti falsi
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Telegram nel mese di gennaio ha raggiunto livelli di popolarità e utenza mai visti prima assieme a Signal, entrambi soprattutto grazie al “passo falso” di WhatsApp in materia di privacy, ma ciò ha reso la piattaforma anche più osservata dalle autorità: recentemente, infatti, la Guardia di Finanza ha chiuso diversi canali illeciti.

Le forze dell’ordine stesse hanno annunciato la scoperta di una rete composta da 6 canali Telegram (di cui uno principale e cinque secondari, tutti collegati) e 20.000 utenti circa, i quali vendevano sostanze stupefacenti e documenti falsi tramite il servizio di messaggistica. Si parla, per esempio, di sostanze come cocaina, eroina, ecstasy, marijuana, MDMA e LSD o carte d’identità e patenti di guida europee falsificate.

I canali in questione riguardavano non solo utenti italiani ma di tutto il mondo, con canali e bot dedicati alla condivisione della merce illegale in questione e alla chat tra acquirenti e venditori. Dato l’anonimato della piattaforma e la possibilità di ricreare rapidamente tali canali su Telegram, attualmente l’indagine risulta ancora in corso e non ha visto l’arresto di persone coinvolte, o almeno la GdF non ne ha parlato nel comunicato stampa.

Infine, gli investigatori delle Fiamme Gialle “hanno potuto appurare come durante la crisi pandemica si sia registrato un notevole aumento dell’acquisto on-line di sostanze stupefacenti, con incrementi superiori anche del 30% rispetto alla situazione precedente”. Per questo motivo, le autorità intenderebbero tenere particolarmente sott’occhio Telegram, servizio facilmente utilizzabile anche proprio per celare lo scambio o la vendita di beni e servizi illegali.

Gli sviluppatori del servizio di messaggistica creato da Pavel Durov hanno lavorato nel mese di gennaio anche per rilasciare una funzionalità ideata appositamente per facilitare la migrazione da WhatsApp.