Il nuovo telescopio "COSI" studierà la Via Lattea grazie ai raggi gamma e ai positroni

Il nuovo telescopio 'COSI' studierà la Via Lattea grazie ai raggi gamma e ai positroni
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Tra i vari progetti che la NASA porta avanti vi è il "NASA’s Astrophysics Explorers Program", uno dei programmi più vecchi ancora oggi in attività, in cui vengono accolte proposte per sviluppare progetti idonei allo studio del nostro Universo. Di recente, l'agenzia ha appena selezionato un affascinante vincitore.

Nel corso del 2019 sono arrivate ben 18 proposte differenti al programma dell'agenzia spaziale statunitense, ma solo lunedì scorso si è saputo con certezza quale di questi vedrà effettivamente la luce: ad aver "vinto" è stato il progetto del telescopio nominato "Compton Spectrometer and Imager" (COSI). Se tutto andrà come previsto partirà dalla Terra entro la fine del 2025.

Il COSI avrà il compito di studiare i raggi gamma prodotti dall'esplosione di stelle massicce, mappando così l'origine degli elementi chimici nella Via Lattea (e permettendo teorie sempre più precise sulla sua evoluzione). La missione esaminerà anche il mistero dei positroni presenti nella nostra galassia, cioè le particelle subatomiche che hanno la stessa massa di un elettrone ma con una carica positiva. Sono particelle rarissime, il cui costo potrebbe sconcertarvi.

Tornando invece allo sviluppo di COSI, si stima che il suo sviluppo richiederà non più di 145 milioni di dollari circa, escludendo i costi di lancio, rientrando quindi nel budget delle "piccole missioni" che la NASA puntualmente promuove.

Il team di COSI però non inizierà soltanto ora a mettere a punto i propri strumenti, ma è già un decennio che lavora assiduamente sulla strumentazione che servirà per portare a termine la missione. Già dal 2016, infatti, l'Agenzia statunitense collabora con gli scienziati del Compton Spectrometer and Imager Project per rendere sempre più specifici e accurati i rilevatori di raggi gamma.

Ci auguriamo che tutto vada per il meglio per questo affascinante progetto, e di vederlo operativo nel minor tempo possibile. Nel frattempo, gli scienziati potrebbero aver scoperto una delle stelle più antiche del nostro Universo.