Terremoto dell'Irpinia 1980: le nostre foto che ricordano quei terribili "novanta secondi"

Terremoto dell'Irpinia 1980: le nostre foto che ricordano quei terribili 'novanta secondi'
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23 novembre 1980, una data che probabilmente tutta l'Italia ricorderà, in particolare chi quei momenti li ha vissuti sulla propria pelle: nel territorio dell'Irpinia si scatenò un terremoto di notevole intensità, della durata di circa 90 secondi. Ancora oggi molti paesi ne portano le cicatrici.

Erano le 19:30 di sera circa, di un freddissimo e innevato novembre del 1980, quando un sisma di magnitudo 6.9 Richter ha colpito praticamente tutta l'Italia meridionale, estendendo la sua fascia sismica fino alla Puglia. L'epicentro era situato tra i comuni di Castelnuovo di Conza (SA) e Conza della Campania (AV) e la prolungata attività tellurica causò circa 280'000 sfollati, 8850 feriti e, quasi 3000 morti.

Un evento che sconvolse l'Italia intera non solo per la gravità in sé del terremoto, ma anche per le difficoltà e le diverse inadeguatezze nel gestire i soccorsi in maniera efficace e con tempismo. Alcuni paesi, come Sant'Angelo dei Lombardi (AV), Balvano (PZ) o Laviano (SA) furono praticamente rasi al suolo, riportando anche il più alto quantitativo di morti.

La lista di comuni semi distrutti, o comunque gravemente danneggiati, è lunghissima e può essere consultata qui. Persino l'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini si lasciò andare in un'aspra accusa contro la logistica e l'invio dei soccorsi, dichiarando come fosse inaccettabile che quasi trecentomila persone fossero rimaste per diversi giorni in attesa dei soccorsi.

La principale causa dei ritardi era dovuta non solo all'arretratezza tecnologica delle comunicazioni, ma anche alla difficoltà delle prime ambulanze e delle prime tendopoli a raggiungere territori così impervi dell'entroterra. Inoltre, non esisteva alcun tipo di organizzazione capace di coordinare le operazioni di recupero e di ricostruzione, tant'è vero che il Terremoto del 1980 è stato considerato un elemento propulsivo fondamentale per la fondazione del Dipartimento della Protezione Civile Italiana.

Noi lo ricordiamo soprattutto grazie ai racconti di genitori, nonni o parenti più anziani, che hanno dovuto sopportare notti di freddo all'addiaccio: alcuni "più fortunati" passarono diverse notti in macchina, circondati dalla neve e dalla desolazione ma molti altri dovettero resistere al gelo della notte semplicemente con i propri vestiti in dosso, sperando in un aiuto il prima possibile.

Persino Andy Warhol, il famoso artista, pittore e illustratore Pop Art del secolo scorso rimase sconvolto da ciò che stava verificandosi nel Bel Paese, e decise di esporre come sua opera una gigantografia della prima pagina de Il Mattino del 26 novembre 1980 (trovate in calce una foto della prima pagina originale) intitolata - appunto - "Fate Presto".

Servirebbero fiumi di parole per rendere davvero giustizia a chi ha subìto la perdita di cari, a chi ha sfiorato la morte e a chi ha vissuto per mesi nel terrore di non rivedere più giorni sereni, ma il nostro spazio è limitato, quindi finiremo questo nostro ricordo esponendovi alcune foto di una collezione privata di un piccolo paesino campano del salernitano (Valva). Notate bene: le foto dove si vedono le prime ricostruzioni risalgono al 1987... sette anni dopo l'evento sismico.