TikTok, lo scoop di Forbes: centinaia di impiegati lavoravano per i media di Stato cinesi

TikTok, lo scoop di Forbes: centinaia di impiegati lavoravano per i media di Stato cinesi
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Mentre si avvicina il lancio dell'app di TikTok Music, la compagnia che possiede la piattaforma social, ByteDance, sembra essere rientrata nell'occhio del ciclone politico e mediatico. Nelle scorse ore, infatti, un'importante testata internazionale ha accusato ByteDance di collusione con la Cina e il Governo di Xi Jinping.

A riportare la notizia è un longform di Forbes, di cui vi consigliamo la lettura integrale se volete comprendere meglio la questione. La testata ha scandagliato gli account LinkedIn legati a ByteDance, e dunque presumibilmente anche a TikTok, ed avrebbe scoperto che centinaia di impiegati dell'azienda hanno lavorato in passato per dei giornali e degli outlet multimediali di proprietà di Pechino.

Ancora peggio, Forbes riporta che alcuni di questi impiegati lavorerebbero ancora per i media di Stato cinesi. In totale, gli impiegati "travasati" dalla stampa cinese a ByteDance sarebbero almeno 300, di cui almeno 12 sarebbero attivi sia nella compagnia dietro TikTok che nei giornali di Pechino. Tra i ruoli di questi ultimi vi sarebbero quelli nella produzione di contenuti in partnership, nello sviluppo della strategia dell'azienda, della sua policy, delle sue politiche di monetizzazione e, soprattutto, delle sue collaborazioni con gli altri media.

La testata americana ha anche spiegato di aver contattato una portavoce di ByteDance, Jennifer Banks, che non ha negato che 300 impiegati avrebbero collaborato con dei media di Stato cinesi prima di essere assunti nella società-madre di TikTok. Secondo Banks, però, "le assunzioni sono effettuate puramente sulla base delle capacità professionali degli individui sul lavoro": insomma, dietro al "travaso" di impiegati dei media di Stato in ByteDance non ci sarebbe la mano di Pechino, e soprattutto non vi sarebbe alcuna ingerenza del Governo cinese nelle politiche dell'azienda.

Per quanto riguarda i 12-15 impiegati che avrebbero un secondo lavoro negli outlet di Stato cinesi, Banks ha spiegato che "ByteDance non permette agli impiegati di avere lavori secondari o part-time, o alcuna attività commerciale esterna che possa causare conflitto di interessi con l'azienda". Per la verità, vi è anche la possibilità che, semplicemente, questi impiegati non abbiano aggiornato il loro profilo LinkedIn e che, come gli altri, siano semplicemente passati da un lavoro nella stampa cinese ad uno in ByteDance.

Intanto, comunque, quello di Forbes sembra essere solo l'ultimo tassello del mosaico dei rapporti tra TikTok e Pechino: negli scorsi anni, infatti, TikTok e Tencent sono stati espulsi dagli Stati Uniti per un breve periodo (dopo il quale il social ha fatto ritorno sul territorio americano grazie ad un accordo con Oracle), mentre più volte ByteDance ha spiegato che TikTok non vende dati alla Cina e che i suoi utenti possono dormire sonni tranquilli. Nonostante ciò, numerose sono le voci secondo cui TikTok sarebbe un sistema di spionaggio cinese.