La tragica storia del ragazzo che si è portato una capsula radioattiva a casa

La tragica storia del ragazzo che si è portato una capsula radioattiva a casa
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Nel marzo 1962 una famiglia si trasferì in una casa a Città del Messico. Se avessero saputo quello che stava per accadere non ci avrebbero mai messo piede, ma purtroppo nessuno avrebbe mai potuto immaginarlo. Le fonti differiscono, ma sappiamo che il figlio più piccolo, di 10 anni, portò in casa una capsula radioattiva trovata chissà dove.

La capsula radioattiva al cobalto-60 era fuori dal suo contenitore schermato protettivo e si trovava all'interno della tasca del pantalone del figlio. La madre, dopo averla trovata, la ripose all'interno di un cassetto della cucina. Un mese più tardi la famiglia notò qualcosa di strano ai bicchieri: si erano anneriti.

L'annerimento del vetro è stato descritto in altri rapporti sull'esposizione alle radiazioni ed è stato scoperto, ad esempio, che il vetro trasparente scolorisce se esposto a radiazioni gamma. Purtroppo, dei cinque membri della famiglia, solo uno è sopravvissuto alla presenza di questa capsula radioattiva all'interno dell'abitazione.

Team di scienziati hanno tentato di determinare le dosi di radiazioni ricevute dalla famiglia, ma farlo non è stato semplice perché dovevano considerare l'effettiva esposizione all'interno e all'esterno della casa, insieme alla quantità di radiazioni disperse e assorbite dagli oggetti intorno. A ricevere la dose più alta è stato il bambino di 10 anni, poi la madre, che era incinta, a causa del tempo trascorso a preparare i pasti in cucina.

Il padre, l'unico sopravvissuto all'incidente, venne esposto a circa 990-1.200 dosi di radiazioni assorbite (rad). Capite adesso perché la scomparsa della capsula in Australia ha destato così tante preoccupazioni?