Il turismo spaziale è appena nato, ma è già un problema ambientale: ecco perché

Il turismo spaziale è appena nato, ma è già un problema ambientale: ecco perché
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Recentemente siamo stati testimoni di due imprese destinate a restare nella storia: i due voli spaziali di Richard Branson e Jeff Bezos, che hanno inaugurato il turismo spaziale. Ad aggiungersi alla "competizione" ci sarà anche SpaceX di Elon Musk, che offrirà viaggi da quattro a cinque giorni di viaggio orbitale con la capsula Crew Dragon.

Ovviamente i razzi utilizzati per portare la gente nello spazio inquinano... e molto anche! La combustione dei propellenti dei razzi fornisce l'energia necessaria per il lancio di questi veicoli nello spazio, generando anche gas serra e inquinanti atmosferici. Circa due terzi dei gas di scarico del propellente vengono rilasciati nella stratosfera (12 km-50 km) e nella mesosfera (50 km-85 km).

Qui gli inquinanti possono persistere per almeno due o tre anni. Virgin Galactic, la compagnia di Richard Branson, prevede di offrire 400 voli spaziali ogni anno. Blue Origin e SpaceX, invece, devono ancora annunciare i loro piani per il futuro. Tuttavia una cosa è certa: a livello globale, i lanci di razzi sembrano essere in aumento.

Vale quindi la pena sottolineare che, durante il lancio, i razzi possono emettere da quattro a dieci volte più ossidi di azoto rispetto a Drax, la più grande centrale termica del Regno Unito, nello stesso periodo. Le emissioni di CO2, per quattro turisti durante ogni volo spaziale, saranno tra le 50 e le 100 volte superiori a quelle di un volo in aereo a lungo raggio (che emette da 1 a 3 tonnellate).