Twitter, continuano i tagli di Elon Musk: licenziati senza preavviso 4.400 dipendenti

Twitter, continuano i tagli di Elon Musk: licenziati senza preavviso 4.400 dipendenti
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Una delle prime decisioni prese da Elon Musk al suo insediamento come CEO di Twitter è stata quella di licenziare il 50% della forza-lavoro di Twitter, colpendo ben 3.700 lavoratori in pochi giorni. La stampa estera, però, riporta che accanto a questi licenziamenti, Twitter avrebbe terminato molti più contratti con i suoi collaboratori esterni.

A far emergere per primo la notizia è Casey Newton, giornalista di Platformer, che su Twitter spiega: "fonti dell'azienda mi hanno confermato che ieri Twitter ha licenziato 4.400 dei suoi 5.500 lavoratori a contratto, con tagli che dovrebbero avere significativi impatti sulla moderazione dei contenuti e sui servizi al centro dell'infrastruttura che mantiene il social network attivo. I lavoratori interni sono sbigottiti".

La notizia è stata corroborata poi da fonti autorevoli come Axios e CNBC, che hanno aggiunto che molti degli impiegati non hanno ricevuto alcun avviso della terminazione del loro contratto da parte di Twitter, ma avrebbero scoperto del licenziamento solo perché avrebbero perso l'accesso ai propri indirizzi mail interni a Twitter e ai canali aziendali di comunicazioni. Per di più, i licenziamenti di massa sarebbero avvenuti nel pieno del weekend, durante la notte di sabato 12 novembre.

Pare che nemmeno i manager di Twitter siano stati allertati dei licenziamenti, e si sarebbero accorti di questi ultimi solo vedendo gli account dei loro sottoposti disattivati sul portale aziendale. Secondo una mail di Twitter pubblica da Insider, i tagli sarebbero dovuti a dei "cambiamenti di priorità e necessità di risparmio" da parte dell'azienda.

Resta ovviamente la possibilità che Twitter possa fare marcia indietro, assumendo nuovamente i contractor licenziati "per errore" da un giorno all'altro, ma sembra che stavolta la riduzione dell'organico dell'azienda sia definitiva. Ciò che più spaventa è che molte delle persone licenziate si occupavano di moderare i contenuti del social network: un compito oggi ancora più importante che qualche mese fa, visto il caos delle spunte di verifica di Twitter.