Twitter potrebbe non sopravvivere per più di una settimana dopo le dimissioni di massa

Twitter potrebbe non sopravvivere per più di una settimana dopo le dimissioni di massa
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La situazione all’interno di Twitter si fa sempre più incandescente, ed a rischio ora c’è la stessa tenuta del social network, che potrebbe non sopravvivere per più di una settimana secondo alcuni ex dipendenti.

Come abbiamo avuto modo di raccontare nelle passate ore, molti ingegneri Twitter si sono dimessi e non hanno accettato la nuova politica dell’amministratore delegato che ha chiesto loro maggiori sacrifici e di lavorare più intensamente. I racconti che arrivano da Twitter (dove l’hashtag è finito in tendenza) sono davvero tantissimi, ed alla scadenza dell'ultimatum centinaia di dipendenti hanno iniziato a pubblicare messaggi d'addio ed a salutare con emoji sui canali Slack interni.

Secondo quanto riportato da vari giornali americani, circa tre quarti della forza lavoro restante di Twitter si sarebbe dimessa, e per questo motivo in molti si aspettano problemi col funzionamento della piattaforma già nei prossimi giorni.

Tra coloro che hanno detto addio a Twitter figurerebbero “ingegneri storici” che avevano lavorato per il sito per molti anni. “Sembra che tutte le persone che hanno reso questo posto incredibile se ne stiano andando”, ha affermato una fonte, secondo cui “sarà estremamente difficile riprendersi per Twitter”.

Diversi team critici sarebbero quasi completamente svuotati, affermano i “reduci”, tra cui coloro che si occupano del traffico ed il front-end che instradano le richieste ai servizi back-end corretti. Ad essere interessato anche il team che gestisce le libreria di sistema di base, che sono cruciali per l’intera gestione del sito.

Anche diversi componenti del team “Command Center” di Twitter, che sono disponibili 24/7 e sono subito pronti a mettersi all’opera in caso di problemi, si sarebbero dimessi. “Se cade questo team, non c’è nessuno da chiamare quando si rompe Twitter” afferma un dipendente. Anche il gruppo che gestisce l’API per sviluppatori sarebbe stato oggetto delle dimissioni.

FONTE: theverge
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