Gli uccelli sanno riconoscere un individuo pericoloso e avvisano i loro vicini
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Molti animali vivono insieme a noi e condividono spazi e aree. Pensiamo, per esempio, agli uccellini che svolazzano tra gli alberi nei parchi cittadini oppure ad altri animali selvatici come i cinghiali che, spesso, entrano nelle nostre città perché affamati.
Si è venuta, quindi, a creare una sorta di vita in simbiosi, non sempre senza contrasti e molti animali hanno sviluppato la capacità di discernere se un essere umano può diventare un pericolo o meno.
Uno studio dell’Università di Exeter ha deciso di osservare il comportamento di alcuni uccelli per capire se riescono a riconoscere un individuo e a distinguerlo da un altro.
I piccoli volatili che sono stati studiati si chiamano taccole, dei passeriformi che appartengono alla famiglia dei corvidi.
Nello studio, svoltosi in Cornovaglia in tre diverse location, gli scienziati hanno osservato 34 cassette nido per taccole.
All’inizio dell’esperimento una persona veniva fatta avvicinare ai nidi di questi uccelli e, contemporaneamente, veniva diffusa una delle due possibili registrazioni: un segnale che, per le taccole, era sinonimo di pericolo e un altro spesso associato all’assenza di pericolo.
Le taccole, quindi, a seconda della registrazione che sentivano, associavano l’individuo vicino ai nidi come un rischio o come un visitatore per nulla pericoloso.
A questo punto la persona veniva fatta allontanare dai nidi.
Successivamente, lo stesso individuo veniva fatto avanzare nuovamente in direzione dei nidi degli uccelli e gli scienziati hanno, così, osservato la reazione dei volatili.
Ebbene, le taccole che avevano ascoltato l’avvertimento di pericolo, all’avvicinarsi nuovamente dell’uomo, sono accorsi ai loro nidi in posizione di difesa; al contrario, gli uccelli che avevano sentito la registrazione di non pericolo, ritornavano al loro nido senza sentirsi minacciati.
Per la precisione, il 53% di chi aveva udito la chiamata di pericolo tornava al proprio nido al doppio della velocità, mentre il 63% degli uccelli che avevano sentito la registrazione di non pericolo rientrava molto più lentamente.
Tuttavia, tra i due gruppi di uccelli il tempo trascorso all’interno del nido, in presenza dell’individuo scelto per l’esperimento, non è variato.
FONTE: Phys Org
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