L'UE dà ragione a TIM e WindTre: rimodulazioni legate all'inflazione non sono illegittime

L'UE dà ragione a TIM e WindTre: rimodulazioni legate all'inflazione non sono illegittime
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L’Unione Europea non ha bocciato gli aumenti legati all’inflazione di WindTre e TIM, ma la parola finale spetterà ad Agcom che dovrà esprimersi sull’istruttoria aperta. La notizia è stata ripresa dai colleghi di Corriere Comunicazione, secondo cui entro marzo l’istruttoria si potrebbe chiudere con un atto di indirizzo.

Le dichiarazioni che arrivano dal commissario UE per il mercato interno ed i servizi, Thierry Breton, sono esplicative. Rispondendo ad un’interrogazione dell’eurodeputato Denis Nesci, Breton ha osservato come “la direttiva 93/13/Cee prevede che tutte le clausole nei contratti stipulati con i consumatori siano eque e trasparenti, comprese le clausole relative alla modifica del prezzo inizialmente concordato. A condizione che Tim e WindTre abbiano rispettato tali disposizioni, non vi è alcun elemento che suggerisca una violazione dei diritti dei consumatori”.

Come spiegato dal Commissario UE, il focus (su cui potrebbe pronunciarsi Agcom) è sul diritto di recesso, dal momento che “a norma dell’articolo 105, paragrafo 4, della direttiva (UE) 2018/1972, gli utenti finali hanno il diritto di risolvere il contratto, senza incorrere in alcun costo ulteriore”.

La Commissione comunque continuerà a seguire gli sviluppi per “individuare il prima possibile le pratiche abusive che potrebbero tradursi in una violazione dei diritti degli utenti finali o in un impatto negativo sul mercato interno”.