Gli umani si sono evoluti per essere più efficienti in termini di acqua

Gli umani si sono evoluti per essere più efficienti in termini di acqua
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Rispetto ai nostri "parenti animali" più stretti, l'essere umano si è evoluto per consumare più energia perché il cervello - in confronto agli altri primati - era più grande. Questo stesso aspetto, però, non sembra valere per la nostra assunzione di acqua. Rispetto alle scimmie, infatti, consumiamo molta meno acqua: perché?

Gli esseri umani consumano (o almeno dovrebbero) all'incirca 3 litri di acqua al giorno, mentre scimpanzé, bonobo e gorilla ne consumano quasi il doppio. Risultati davvero inaspettati, poiché noi umani abbiamo 10 volte più ghiandole sudoripare degli scimpanzé e sono, nel complesso, molto più attive delle scimmie (secondo quanto riporta un nuovo studio pubblicato sulla rivista Current Biology).

Ciò suggerisce che i primi ominidi abbiano sviluppato dei modi per conservare i loro fluidi corporei. "Anche solo essere in grado di stare un po' più a lungo senza acqua sarebbe stato un grande vantaggio poiché i primi esseri umani hanno iniziato a vivere nei paesaggi aridi della savana", spiega l'autore principale dello studio e antropologo evoluzionista Herman Pontzer della Duke University.

Il motivo potrebbe essere presto detto: la risposta alla sete del corpo umano si è modificata nel tempo, il che significa che potremmo desiderare meno acqua per caloria rispetto ai nostri lontanissimi cugini primati. Nella foreste, inoltre, le scimmie ottengono la maggior parte della loro acqua dal cibo vegetale, il che significa che possono passare giorni o settimane senza bere direttamente.

Il cibo degli esseri umani, invece, non è così umido e per questo motivo abbiamo bisogno di integrare l'acqua direttamente. A differenza degli altri primati, gli esseri umani sono anche dotati di naso esterno, che si pensa riduca la perdita d'acqua quando respiriamo. Non c'è ancora una risposta definitiva a questa estrema ottimizzazione umana per quanto riguarda l'acqua, e sicuramente sarà oggetto di nuovi studi futuri.