L'umanità e i governi collasseranno entro il 2050, sostiene una ricerca

L'umanità e i governi collasseranno entro il 2050, sostiene una ricerca
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Un report del Breakthrough National Centre for Climate Restoration, un think tank australiano, sostiene che entro il 2050 la condizione climatica raggiungerà un punto di non ritorno che porterà al collasso della civiltà umana.

Il cambiamento climatico è un "rischio di sicurezza nazionale attuale e cruciale", si legge nelle conclusioni del report. Le conseguenze del surriscaldamento potrebbero portare —continuano i ricercatori— "ad una prematura estinzione delle forme di vita intelligenti sulla Terra, o alla permanente e drastica distruzione della loro possibilità di avere un futuro desiderabile".

"Ci troviamo sull'orlo di vedere la fine della civiltà umana e della società moderna per come la conosciamo".

Il punto di non ritorno tra poco più di 30 anni, nel 2050, dove la "prospettiva di una Terra prevalentemente inabitabile condurrà al crollo delle nazionali e dell'ordine internazionale".

Possibile evitarlo, ma solo con una mobilitazione a livello internazionale, che coinvolga tutta la società ed ogni risorsa umana e materiale. "Quello che ci serve è una mobilitazione su scala paragonabile a quella messa in atto durante la seconda guerra mondiale". Un piano Marshall, per la costruzione di fonti energetiche a zero emissioni.

Il cambiamento climatico va limitato a 1.5 gradi celsius, già toccando la soglia dei 2 —che è l'obiettivo che si sono prefissate le nazioni sviluppate— implica che una "buona fetta della popolazione mondiale dovrà essere mobilitata, e in uno scenario a lungo termine, la portata di distruzione globale va oltre la nostra capacità di previsione, con una probabile fine della civiltà umana".