Un astrofisico ha determinato la composizione dei pianeti di Trappist-1

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Billy Quarles, astrofisico dell'università di Oklahoma, ha identificato la possibile composizione dei sette pianeti del sistema Trappist-1. Dopo aver avviato migliaia di simulazioni numeriche Quarles è arrivato alla conclusione che 6 dei 7 pianeti del sistema hanno una composizione simile a quella della terra.

Di tutti e sette i pianeti chiamati b,c,d,f,g e h, solo Trappist-1f ha il 25% di acqua ed è dunque escluso dalla lista dei pianeti con composizione simile al nostro, mentre Trappist-1e potrebbe essere il candidato per i futuri studi sull'abitabilità. L'obiettivo dell'astronomia esoplanetaria è proprio quello di determinare l'abitabilità di tutti i pianeti che non fanno parte del nostro sistema solare e il sistema Trappist-1 è uno dei principali target di studio per via della dimensioni dei pianeti simili a quelle della terra. Tutte le simulazioni numeriche avviate da Billy Quarles sono state eseguite su un Supercomputer della NASA.

Rispetto al sistema Kepler, anch'esso oggetto di studio approfondito, i pianeti in Trappist-1 sono più vicini fra loro e questo permette di semplificarne lo studio. Confrontando la composizione per lo più rocciosa della terra e la sua densità con quella dei pianeti di Trappist-1, Quarles na ha determinato la composizione fornendo suggerimenti sulla loro possibile abitabilità.

Trappist-1f ha il 25% della massa pari ad acqua, il 70% della massa della terra e la sua stessa dimensione. Il suo raggio (ovvero la distanza tra il centro del pianeta e la sua superficie) è molto grande rispetto alla sua massa e la pressione fa sì che l'acqua diventi vapore: presumibilmente la temperatura è troppo alta per permettere la vita.

Quarles sta continuando gli studi sui sette pianeti tramite i dati raccolti sul sistema Trappist-1. Recentemente altri ricercatori hanno anche cercato di spiegare con un nuovo modello quale sia la possibile formazione di questo sistema planetario. Un altro studio è invece riuscito a stabilire che il legame sul periodo orbitale dei sette pianeti è tale da formare una risonanza orbitale. Possiamo affermare con certezza che Trappist-1 sta catturando l'attenzione di molti astrofisici in questi ultimi mesi e i risultati degli studi non tardano ad arrivare.