
Un hacker è riuscito a violare una smart gun azionandola senza autorizzazione
Per la prima volta un hacker è riuscito a violare una smart gun, una pistola hi-tech che, almeno in teoria, potrebbe essere azionata solo da chi autorizzato. L'hacker, che si fa chiamare Plore, ha violato la pistola per mandare un segnale alle industrie delle armi nella speranza che queste prendano misure di sicurezza sempre più forti.
L'industria delle armi sta cercando di spingere l'acceleratore sulla sicurezza grazie a pistole sempre più hi-tech, in grado di poter essere usate solo da chi è autorizzato, in genere grazie alle impronte digitali o a chip di vario genere. L'obiettivo è chiaro: evitare che armi rubate –magari alle stesse forze dell'ordine– possano essere usate da malintenzionati e cercare di ridurre il numero delle tragedie familiari dovute ad armi non adeguatamente custodite.
Il modello di arma hackerato da Plore si chiama Armatix IP1, una pistola di dimensioni ridotte che viene venduta assieme ad uno smart watch. Il funzionamento è semplice: la pistola funziona solo se si trova a vicinanza ravvicinata con lo smart watch in modo che solo chi lo indossa possa sparare.
Plore è riuscito a violare questa misura di sicurezza in tre modi diversi, riuscendo sia a disturbare le onde radio che permettono a pistola e orologio di comunicare tra di loro (impedendo quindi alla pistola di essere azionata) che a sparare senza che l'orologio fosse a contatto grazie all'impiego di magneti particolarmente forti. Plore è inoltre riuscito a modificare il range minimo di distanza necessario per azionare l'arma, rendendo possibile l'uso anche a parecchi metri dall'orologio.
Il primo caso è particolarmente allarmante, basti pensare allo scenario in cui dei criminali riescano ad impedire alle forze dell'ordine di rispondere al loro fuoco. Sarebbe ovviamente una catastrofe.
"I prossimi modelli di smart gun potrebbero usare un metodo differente di autenticazione", ha precisato Plore. "Ad ogni modo dovreste rendere le smart gun a prova di interferenze, intenzionali e non, anche nel caso non usino un segnale radio per l'autorizzazione".
Plore presenterà il suo lavoro alla Defcon security conference con l'obiettivo di innescare un dibattito sulle nuove misure di sicurezza adottate dai produttori di armi.
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