In Giappone anche i robot praticano il sumo

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Chi conosce il programma Robot Wars saprà che la competizione si basa soprattutto sulla distruzione completa dell’avversario tramite ingegnose armi, e che in realtà i robot vengono comandati a distanza dalle due squadre avversarie. In Giappone invece le cose sono molto diverse, con le competizioni robotiche che prendono spunto dal sumo.

I padroni dei robot hanno infatti dei pulsanti di avvio remoto e possono fermare i robot quando il giudice lo richiede, ma non possono inviare alcun tipo di comando, con le macchine che agiscono in modo autonomo. Queste competizioni riprendono le regole del sumo e di conseguenza sono basate sulla capacità di un robot di spingere l’avversario fuori dal ring. I giudici prendono molto seriamente la sicurezza, e sono muniti di speciali protezioni alle gambe simili ai giocatori di hockey.
Come è possibile vedere nel video, le strategie di vittoria dei robot si basano essenzialmente su due fattori distinti. Alcuni dei robot nel video sono molto veloci, mentre alcuni di loro sono molto lenti e potenti. I robot più veloci si muovono come schegge impazzite lungo il piccolo campo di gioco e in alcune occasioni non sono perfettamente in grado di rilevare dove si conclude la piattaforma circolare, finendo per cadere loro stessi. I robot più lenti invece, utilizzano un sistema per aderire alla superficie del cerchio e risultare così inamovibili per i più leggeri e veloci avversari.
Di match in match, i robot vengono inesorabilmente eliminati uno a uno, fino alla finale, che si rivela essere una sfida di velocità contro pura potenza. Quest’ultima, dopo molti match finiti in parità, alla fine trionfa, con il povero robottino che nulla può fare dopo essere stato imprigionato nella morsa avversaria.