Una nuova tecnica sfrutta l'AI per localizzare e contare i crateri sulla Luna

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Arriva una nuova implementazione dell'intelligenza artificiale in ambito scientifico: parliamo sempre di algoritmi capaci di indentificare determinati oggetti nelle immagini, ma stavolta applicati alla superficie lunare. L'AI è in grado di identificare e quindi contare i crateri di cui è cosparso il satellite terrestre, la Luna.

La ricerca arriva dal Canadian Institute for Theoretical Astrophysics (CITA) e sfrutta le neural networks per automatizzare un processo che fino ad ora è stato manuale. Le neural networks sono specifici algoritmi realizzati per implementare il machine learning ottenendo una maggiore accuratezza nei risultati.

Una neural network senza dati è un codice completamente inutile, in quanto funziona solo se è stata letteralmente allenata attraverso determinati esempi. In questo caso gli scienziati hanno usato una parte della superficie lunare con i crateri già contrassegnati per "insegnare" alla rete neurale cosa sia un cratere e le sue possibili variazione. In seguito è stato testato l'algoritmo su una nuova porzione della Luna affinnché identificasse nuovi crateri su di essa.

Il risultato è estremamente positivo: non solo la rete neurale ha identificato i crateri già noti da ricerca manuali effettuate in passato, ma è riuscita ad individuarne ben 6.000 nuovi. La neural network impiegata è convolutional, di quelle già sfruttate nel riconoscimento di immagini per i robot e per le macchine con guida automatica.

Grazie a queste scoperte sarà possibile fare un mapping dei materiali sulla Luna (e su altri pianeti) in modo più rapido e preciso. Contare i crateri ed identificare quelli più piccoli può darci un'idea dell'età di quelli più grandi. L'unico limite è che questa tecnica può essere usata solo per corpi celesti senza atmosfera come la Luna o Mercurio, mentre altri come Venere sono praticamente impenetrabili.

Se siete interessati a capire come funziona una neural network vi rimandiamo alla nostra serie di articoli che spiegano una sua possibile applicazione nel campo dei videogames.

Secondo le recenti ricerche scientifiche sembrerebbe che la l'acqua presente sulla Luna sia distribuita su tutta la sua superficie, così come vi abbiamo riportato nel nostro speciale dedicato.