Unione Europea spinge su ritorno delle batterie rimovibili su smartphone
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Se da una parte la Commissione Europea è al lavoro sul piano di lancio del caricabatterie universale, il quale andrà a impattare soprattutto Apple a causa dei cavi Lightning, dall’altra il Parlamento europeo si è espresso a favore del ritorno delle batterie rimovibili sugli smartphone: avverrà davvero?
Tutti coloro che hanno utilizzato telefoni cellulari più datati, o i primi smartphone sul mercato, si ricorderanno senza ombra di dubbio della comodità delle batterie rimovibili, soluzione lentamente abbandonata da tutti i principali produttori di smartphone – esattamente come per la rimozione dei caricabatterie dalle confezioni dei telefoni, ripresa da Samsung con la serie Galaxy A.
Ebbene, la coalizione di organizzazioni europee Right to Repair (ovvero “Diritto alla riparazione”) ha confermato tramite il sito ufficiale che gli eurodeputati avrebbero ufficialmente votato a favore del ritorno delle batterie rimovibili affinché le riparazioni possano essere effettuate in autonomia, offrendo un’alternativa più sostenibile alla necessità di inviare il dispositivo presso i tecnici ufficiali, con l’obiettivo ulteriore di ridurre la quantità di rifiuti elettronici.
Come ripreso da Right to Repair, “Poiché le batterie al litio si trovano in qualsiasi cosa, dagli smartphone agli scooter, alle auto elettriche e all'accumulo di energia per le reti intelligenti, garantire che possano essere rimosse e sostituite quando si guastano è assolutamente essenziale per garantire che i prodotti possano durare più a lungo ed evitare inutili sprechi”.
Ciò significa che il Parlamento starebbe spingendo per la possibilità di sostituire facilmente non solo le batterie degli smartphone, bensì anche quelle di “tutti i dispositivi elettronici di consumo e i mezzi di trasporto leggeri”. Secondo la relazione del Parlamento, le batterie dovrebbero risultare disponibili ai consumatori come pezzi di ricambio per un minimo di 10 anni dopo l'immissione sul mercato dell'ultimo modello.
L’intervento di Right to Repair si conclude con una osservazione che ci fa ben sperare: nel migliore dei casi, l’accordo potrebbe passare nel 2022 con entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2024, con 12-24 mesi di tempo affinché i produttori si adeguino alle future normative.
FONTE: Right to Repair
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