Unione Europea verso la stretta al proof-of-work per le criptovalute: lunedì il voto

Unione Europea verso la stretta al proof-of-work per le criptovalute: lunedì il voto
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Mentre il mercato delle criptovalute si riprende dalle fluttuazioni degli ultimi giorni, causate in larga parte dalla continuazione della guerra tra Russia e Ucraina, un possibile nuovo fattore di instabilità incombe sulle valute digitali: a quanto pare, infatti, l'UE vorrebbe introdurre forti limitazioni agli algoritmi proof-of-work delle criptovalute.

La notizia non è inaspettata, poiché arriva dopo che l'UE si è scagliata contro il mining proof-of-work per via del suo elevato impatto ecologico e che la Svezia ha quasi bloccato i miner di Bitcoin in via indipendente, senza attendere una legislazione-quadro europea. Tuttavia, nelle ultime settimane, il dibattito sul proof-of-work si era ridotto, se non altro per via della situazione internazionale, facendo tirare un sospiro di sollievo al mercato delle criptovalute.

Tuttavia, con l'avvicinarsi del voto di lunedì del Parlamento Europeo sul framework MiCA, ovvero sulla legislazione-quadro "Markets in Crypto Assets", molti investitori temono che quest'ultima possa essere presentata alla massima istituzione dell'UE con delle regole che potenzialmente potrebbero limitare pesantemente gli algoritmi proof-of-work.

Bisogna tenere presente che la nuova versione della legge-quadro MiCA è in realtà una forma già edulcorata di quello che doveva essere il framework originario, che proponeva un blocco di tutti i servizi crypto ecologicamente insostenibili già a partire dal 2025, andando incontro ai Paesi più attenti all'impatto energetico ed ecologico delle criptovalute, come la Svezia e l'Ungheria. La prima bozza del framework MiCA, tuttavia, è stata infine messa da parte per lasciare posto a quella attuale, molto più permissiva nei confronti del proof-of-work.

Secondo la nuova versione del framework, scritta dall'Eurodeputato tedesco Stefan Berger e di cui è entrato in possesso il portale Coindesk, le criptovalute "saranno soggette ai degli standard minimi di sostenibilità ecologica, relativi ai meccanismi di mining e di consenso utilizzati per validare le transazione, che dovranno essere rispettati perché le valute vengono ammesse, offerte o emesse all'interno dell'Unione".

Per quanto riguarda le criptovalute presenti nell'Unione Europea già da prima dell'introduzione della convenzione MiCA, invece, queste dovranno "creare e mantenere un piano per aderire ai requisiti imposti dall'Unione". Al momento, ciò significherebbe operare la transizione delle principali blockchain, come Ethereum e Bitcoin, dal proof-of-work al proof-of-stake: se per Ethereum (e per le criptovalute che si basano su Ethereum) il problema potrebbe essere risolto nel breve periodo con una transizione rapida verso quest'ultimo, non ci sono piani analoghi per Bitcoin, che dunque potrebbe essere presto bloccato nell'Unione Europea.