Quest'uomo di 1000 anni fa si è nutrito di cavallette prima di morire per costipazione

Quest'uomo di 1000 anni fa si è nutrito di cavallette prima di morire per costipazione
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Morire per costipazione, in passato, non era un fenomeno così raro. Basta prendere come prova la scoperta di una mummia di un uomo, vissuto tra 1000 e 1400 anni fa, in Texas. Gli studi più recenti sui suoi resti hanno portato alla luce aspetti terribili sui suoi ultimi mesi di vita e alla particolare dieta alimentare che dovette seguire per sopravvivere.

Grazie al clima arido del Texas, il corpo di questo individuo del passato si è mantenuto in perfette condizioni, al punto di diventare una vera e propria mummia senza alcun processo particolare - come avveniva, invece, per i grandi esponenti della società egizia.

La prima volta che si parlò di questa particolare testimonianza dal passato negli Stati Uniti fu nel 1937, quando Guy Skiles, un uomo comune che stava visitando l'area di giunzione tra il Rio Grande e il Pecos Rivers, la trovò. Da quel momento in poi, i resti entrarono a far parte di una piccola collezione privata e solo 30 anni dopo vennero donati ad un'istituzione pubblica.

Tra gli ani '70 e '80 del Novecento sono state condotte svariate analisi su questa mummia particolare, senza mai individuare realmente la causa della sua morte. E' stato grazie a più recenti studi, con tecnologie più perfezionate, che si è riusciti ad identificare maggiori dettagli sulla vita di quello che doveva essere un uomo di qualche tribù pre-colombiana.

Per esempio, nel 2003 venne pubblicato uno studio in cui si affermava che erano stati trovati sia degli scarti alimentari sia delle feci dentro l'apparato digestivo della mummia. Questi elementi, oltre ad essere stati fonti preziose per capire la dieta di quest'individuo o dei suoi contemporanei, hanno portato alla luce quale sia stata la terribile condanna dell'uomo: la malattia di Chagas.

Questa è una particolare condizione che viene causata da uno specifico protozoo parassita, il Trypanosoma cruzi, che blocca il sistema gastrointestinale e porta il colon ad essere fino a 6 volte più grande del normale. Da ciò ne consegue un graduale e sofferente stato di malnutrizione e la successiva impossibilità di muoversi.

E' probabile che i familiari della vittima, o delle persone vicino a lui, lo abbiano nutrito sia con piante che con insetti, in particolare con delle cavallette private delle loro zampe. Questo, probabilmente, venne fatto perché il corpo dell'insetto, oltre ad essere ricco di proteine e fibre, è più morbido e facilmente masticabile.

Sicuramente una dieta a base di erbacce e cavallette non deve essere stata piacevole per questo povero uomo, ma è possibile che, nelle prime fasi della malattia, sia tornata utile per prolungare le sue stime di sopravvivenza.