USA-Cina, la "guerra dei chip" passa anche per Huawei: ban totale in arrivo in America?

USA-Cina, la 'guerra dei chip' passa anche per Huawei: ban totale in arrivo in America?
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Continua la "Guerra dei chip" tra Stati Uniti e Cina, che rischia di diventare il principale conflitto economico degli ultimi anni. Nelle scorse ore, infatti, a soffiare sul fuoco sarebbe stata la Casa Bianca, con un presunto nuovo round di sanzioni contro Huawei e l'industria elettronica cinese.

La nuova ondata di sanzioni arriva dopo il ban di diversi router Huawei negli Stati Uniti, risalente allo scorso novembre, nonché a pochi giorni dalla (per ora solo presunta, mancando informazioni ufficiali in merito) adesione di Giappone e Paesi Bassi alla "chip war" americana con il blocco delle esportazioni di chip di Nikon, Tokyo Electronic e ASML verso la Cina.

Stando a quanto riporta Bloomberg, le sanzioni appena approvate dalla Casa Bianca, per ora non ancora ufficializzate, sarebbero sostanziali e potrebbero pregiudicare la posizione di Huawei a livello internazionale, tagliando le sue collaborazioni con tutti i fornitori americani e, presumibilmente, degli alleati USA in tutto il mondo. Solo pochi mesi fa, Huawei aveva ripreso a usare i chip Snapdragon di Qualcomm per i suoi smartphone grazie ad un allentamento delle sanzioni, che ora però potrebbero tornare ad inasprirsi.

Ciò, ovviamente, potrebbe pregiudicare la posizione internazionale di Huawei nel mercato degli smartphone, obbligandola a ricorrere nuovamente ai poco performanti chip HiSilicon. Inoltre, la compagnia non può ancora utilizzare i modem 5G brevettati da produttori americani e dei Paesi loro alleati, proprio in virtù delle sanzioni internazionali.

Il Ministro degli Esteri cinese, Mao Ning, ha spiegato che "la Cina è profondamente preoccupata" per le azioni americane, e che "stiamo seguendo da vicino ogni sviluppo rilevante", in riferimento alla possibile ufficializzazione della nuova tornata di sanzioni contro Huawei e contro Pechino. Infine, sempre Ning ha dichiarato che "la Cina si oppone fermamente alla generalizzazione del concetto di 'sicurezza nazionale' operata dagli Stati Uniti d'America, all'abuso del potere nazionale ed alla soppressione irragionevole delle compagnie cinesi".