Gli USA continuano ad usare voting machine vulnerabili, 4 senatori vogliono capire perché

Gli USA continuano ad usare voting machine vulnerabili, 4 senatori vogliono capire perché
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In passato hacker e attivisti hanno più volte denunciato la scarsa affidabilità delle voting machine usate durante le elezioni. Gli USA stanno continuando a comprare macchine per il voto di cui si conoscono già diverse vulnerabilità, mettendo a rischio la certezza dei risultati elettorali. Ora quattro senatori vogliono indagare.

Questo perché a carta e penna molti Stati americani preferiscono sistemi digitali, che tuttavia generano molti più rischi. Durante la Defcon del 2017, un festival annuale dedicato al mondo degli hacker, diversi dispositivi utilizzati per il voto negli USA furono violati in meno di 90 minuti. Anche l'Italia ha voluto sperimentare l'utilizzo di voting machine negli ultimi anni, successe in Lombardia in occasione del voto sull'autonomia della Regione: anche in quella occasioni ci furono gravi disservizi.

In linea di massima, secondo la pressoché totalità degli esperti di sicurezza informatica, non esiste un sistema più affidabile di quello tradizionale —matita e scheda—, e ogni passo verso la digitalizzazione è un passo verso rischi che non hanno giustificazione.

I quattro senatori degli USA —Amy Klobuchar, Mark Warner, Jack Reed e Gary Peters— hanno formalmente richiesto alla ES&S, Dominion Voting e Hart InterCivic, tre dei più importanti produttori di voting machine, delucidazioni sul perché continuino a produrre modelli di macchine estremamente datati, di cui conosciamo già ampiamente i problemi. "L'integrità delle nostre elezioni è direttamente legata alle macchine che usiamo per votare, nonostante abbiate questa fondamentale responsabilità, c'è stata una importante mancanza di innovazione all'interno della vostra industria e a pagarne il prezzo è la nostra democrazia". Queste le accuse dei quattro politici.

Le tre aziende interpellate forniscono da sole il 90% dell'hardware usato durante le elezioni. Nessuna delle loro macchine fornisce un sistema di paper ballot, una prova cartacea che permetterebbe di verificare la corrispondenza del risultato delle macchine con l'effettiva volontà degli elettori. Alle tre aziende è stato dato fino al 19 Aprile per rispondere. Nessuna delle tre ha risposto alle domande di Tech Crunch sull'iniziativa dei quattro senatori.