Usare l'intelligenza artificiale per colmare le lacune nei testi antichi

Usare l'intelligenza artificiale per colmare le lacune nei testi antichi
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Enrique Jiménez fa uso dell'intelligenza artificiale per colmare le molte lacune presenti nei testi scritti su tavolette di argilla dagli scribi delle prime società urbane, 3000 anni fa.

Un singolo carattere può spesso fare la differenza tra una lettura chiara e un enigma. Enrique Jiménez, uno specialista in studi antichi, è impegnato nella ricostruzione degli inizi della letteratura mondiale.

La Mesopotamia fu la patria della prima vera civiltà e, intorno al 2500 a.C., era apparsa una cultura letteraria ricca e bilingue. I suoi testi sono stati scritti in caratteri cuneiformi su tavolette di argilla in sumero e accadico. Questi testi sopravvivono solo in forma frammentaria e molti frammenti misurano solo pochi centimetri. La sfida, per Jiménez e i suoi colleghi, è identificare i pezzi e unificarli. "Dover abbandonare il lavoro su un testo perché manca un solo simbolo è incredibilmente frustrante, specialmente quando sai che deve esserci un frammento da qualche parte che colma il vuoto."

Enrique Jiménez si è prefissato l'obiettivo di colmare queste lacune con l'aiuto dell'intelligenza artificiale e ha ricevuto un premio Sofia Kovalevskaya dalla Fondazione Alexander von Humboldt per aiutarlo a raggiungere questo obiettivo. Lui e il suo team hanno iniziato a mettere insieme un "Fragmentarium", ovvero un database in cui saranno idealmente presenti tutti i frammenti di testo sparsi nei musei di tutto il mondo. Il progetto è iniziato a maggio 2018 e il database ora contiene circa 10.000 frammenti. "Spero di arrivare a circa 15.000 entro la fine dell'anno", dice. Ciò consentirà di localizzare tutti i frammenti inediti della biblioteca del re assiro Assurbanipal in meno di un secondo.

Assurbanipal ha costruito la sua biblioteca nella sua capitale, Ninive, 2700 anni fa, con l'intenzione di riunire le conoscenze raccolte e la saggezza del suo tempo. Dopo la sua morte, la biblioteca fu distrutta dai babilonesi che conquistarono la città nell'anno 612 a.C., insieme a tutte le sue proprietá. La maggior parte dei frammenti recuperati dagli archeologi si trova ora al British Museum di Londra. Circa la metà di questi deve ancora essere decifrata. Enrique Jiménez ha assunto questo compito come parte del suo progetto, in collaborazione con il Museo. A maggio, due membri dello staff del Museo hanno iniziato a fotografare le restanti collezioni di tavolette di argilla detenute dall'istituzione. 40.000 fotografie di frammenti di tavolette cuneiformi su cui lavorare nei prossimi 5 anni.

D'altronde ci sono IA che disegnano abiti, che creano fake news estremamente realistiche, che scrivono articoli, che suonano death metal su youtube, perché non puó essercene una che ci aiuti con i testi antichi?