Tempo fa si usava stare ore dentro una balena putrida per un motivo molto strano

Tempo fa si usava stare ore dentro una balena putrida per un motivo molto strano
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Alcune usanze del passato ai nostri occhi potrebbero apparire sicuramente molto strane: pensate che durante l'età vittoriana si usava mangiare le mummie, mentre tra la fine del 19° e l'inizio del 20° secolo nella località balneare di Eden, a Twofold Bay, in Australia, si usava fare qualcosa di molto strano con le balene decedute.

Una cura miracolosa per i reumatismi consisteva nel fare un buco nella carcassa della creatura e strisciare all'interno della carne in decomposizione per almeno 20-30 ore a intervalli regolari. Come documentato da Louis Becke in A Memory of the Southern Seas, quando una balena veniva uccisa veniva rimorchiata a riva.

Così mentre la carcassa era ancora calda, veniva aperta per permettere al paziente umano di scivolare dentro. Apparentemente, il dolore reumatico veniva alleviato fino a 12 mesi; e si pensava che ciò fosse possibile perché il calore e i gas creavano un ambiente simile a una "sauna", che alleviava i dolori delle malattie reumatiche.

Come riportato dall'Australian National Maritime Museum, ci sono molte speculazioni sulle origini della cura. Un giornale del 1896 suggerì che avesse avuto origine da un uomo ubriaco che cadde nella carcassa e rimase bloccato, fino a quando riapparve ore dopo libero dai suoi dolori reumatici.

È più probabile che l'usanza provenga dalle pratiche degli indigeni di Twofold Bay, che usavano i resti di balene portati a riva per numerosi scopi (sapete che possono scoppiare naturalmente?). Fortunatamente la pratica venne rapidamente abbandonata per un semplice motivo: l'odore nauseabondo.