Valutare l'adesione delle cellule tumorali migliora la prognosi di cancro

Valutare l'adesione delle cellule tumorali migliora la prognosi di cancro
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Un gruppo di ricercatori dell’Università della California a San Diego è riuscito a creare un dispositivo che misura il livello di “adesione” delle cellule tumorali che potrebbe portare a un miglioramento nella prognosi di pazienti affetti da tumore.

L’idea alla base di questo particolare strumento è che le cellule con un basso livello di adesione migrano e invadono altri tessuti dell’organismo molto più facilmente rispetto alle cellule fortemente aderenti dello stesso tumore, che gli scienziati stanno cercando di sconfiggere anche con altri metodi. I geni che identificano queste particolari cellule, inoltre, aumentano le probabilità che il tumore si ripresenti nel paziente che ne è affetto. Questo studio può quindi fornire un marker di tipo fisico, necessario a identificare le cellule altamente metastatiche tra cellule tumorali eterogenee.

Il dispositivo che il team dello scienziato Adam Engler ha realizzato è formato da una “camera microfluidifica” rivestita con una proteina adesiva. Le cellule tumorali vengono poste all’interno per permetterne l’adesione, e in seguito un fluido viene fatto passare a diverse velocità con l’obiettivo di staccarle. Più velocemente si muoverà il fluido e maggiore sarà lo stress alla quale le cellule sono sottoposte; quelle che si staccano, quindi debolmente aderenti, verranno prelevate ed analizzate.

Questo tipo di cellule hanno una firma genetica unica che ne permette l’identificazione e consente loro di dare metastasi più velocemente. La firma genetica è stata confrontata con migliaia di pazienti facenti parte del TCGA, The Cancer Genome Atlas, e i ricercatori hanno scoperto che quelli con un’elevata presenza di cellule a bassa aderenza hanno manifestato recidiva tumorale in modo più frequente.

Sulla base di questi risultati e tramite appositi modelli murini i ricercatori vogliono aprire la strada a nuovi studi prognostici essenziali per chi soffre di tumore, come hanno fatto i loro colleghi del MIT. In futuro la speranza è che i medici utilizzino questo particolare dispositivo per esaminare le biopsie tumorali e stimare la probabilità di metastasi, regolando in questo modo il trattamento nelle prime fasi della malattia.