Venite a conoscere il gambero mantide, la creatura con il pugno più veloce dell'oceano

Venite a conoscere il gambero mantide, la creatura con il pugno più veloce dell'oceano
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Il pugno più veloce dell'oceano non è dato da una creatura gigantesca o possente, ma da un piccolo "gamberetto" che arriva - al massimo - ai 10 centimetri di lunghezza, il gambero mantide (o canocchia pavone). Durante la violenta azione, la creatura esercita una forza incredibile: 23 metri al secondo e creando 1.500 newton di forza per pugno.

"Pensa a colpire un muro un paio di migliaia di volte a quelle velocità e non romperti il ​​pugno", afferma David Kisailus, scienziato dei materiali dell'Università della California. Per questo gli scienziati si sono chiesti: come fa ad esercitare una forza così grande senza subire ripercussioni? Il gambero mantide ha un rivestimento di nanoparticelle resistente agli urti che gli consente di colpire il bersaglio con noncuranza, mentre il rivestimento assorbe e dissipa l'energia.

In una frazione di secondo, queste creature colpiscono le loro prede dal corpo resistente, come lumache e granchi, per rompere facilmente i loro gusci. "Questi studi hanno rivelato che una disposizione elicoidale di fibre di alfa-chitina mineralizzate combinata con un'architettura a spina di pesce, che può deviare e torcere la propagazione delle crepe", spiega il team in un nuovo articolo.

Gli esperti hanno osservato da vicino una canocchia pavone (Odontodactylus scyllarus) e ha scoperto che il rivestimento è costituito da una matrice densa di un minerale chiamato idrossiapatite formata in un struttura nanocristallina. Quando il gambero colpisce una superficie, l'idrossiapatite ruota, ma la struttura del nanocristallo si frattura e poi si riforma lentamente.

"A velocità di deformazione relativamente basse, le particelle si deformano quasi come un marshmallow e si riprendono quando lo stress finisce", continua Kisailus. Ad alta deformazione, invece, "le particelle si irrigidiscono e si fratturano alle interfacce nanocristalline. Quando rompi qualcosa, stai aprendo nuove superfici che dissipano quantità significative di energia". Un meccanismo davvero impressionante, che supera diversi materiali ingegnerizzati.