Il verme più famoso al mondo può "sentire" i suoni grazie alla sua pelle

Il verme più famoso al mondo può 'sentire' i suoni grazie alla sua pelle
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C.elegans è l'organismo modello per eccellenza, tra i più utilizzati nell’ambito della ricerca biologica. Grazie allo studio di questo piccolo verme nematode, sono stati identificati meccanismi che ci hanno permesso di fare passi da gigante. Uno studio odierno ha svelato un’altra interessante abilità del nematode, “sentire” grazie alla sua pelle.

Il team di ricerca, guidato da Shawn Xu, principale autore dello studio, sta analizzando da oltre 15 anni le strutture sensoriali di C.elegans (la cui vita è stata aumentata del 500%), al fine di svelarne i meccanismi. Fino ad oggi si pensava fossero solo tre i sensi a disposizione del vermetto, ovvero tatto, olfatto e gusto.

"Mancava solo un altro senso primario: la sensazione uditiva o l'udito" ha dichiarato Xu.

Ma il nematode non è nuovo a presentare capacità sensoriali senza possedere strutture complesse. Può, infatti, percepire la luce, pur non avendo occhi (caratteristica che gli permette di evitare anche i dannosi batteri blu), e avvertire la disposizione del proprio corpo nello spazio durante il movimento, senso noto come propriocezione.

Per quanto riguarda i suoni, gli scienziati hanno notato che i vermi sono capaci di captare quelli tra i 100 hertz e i 5 kilohertz. Riproducendo suoni in questo intervallo, i vermi tendono ad allontanarsi dalla fonte, suggerendo non solo di essere in grado di percepirli, ma di riuscire ad identificarne la provenienza.

Per verificare che non fosse una forma di percezione delle vibrazioni attraverso il suolo, i ricercatori hanno effettuato una serie di esperimenti, i cui risultati preliminari sembrano confermare la capacità di “sentire” attraverso la pelle, grazie ad un meccanismo simile a quello della coclea dei vertebrati, organo situato nell’orecchio interno.

Quando le onde sonore si propagano e interagiscono con la pelle dei vermi, cosparsa di due tipi di neuroni sensoriali uditivi, provocano una vibrazione, che viene trasferita al liquido viscerale del verme. Le vibrazioni attivano i “neuroni dermici”, che le trasformano in impulsi nervosi.

Xu, in merito ai risultati ottenuti, ha ribadito "Il nostro studio mostra che non possiamo semplicemente presumere che gli organismi privi di orecchie non possano percepire il suono" e, sottolineando affinità e differenze con il senso dell’udito nei vertebrati, continua "Ora, con C. elegans, abbiamo trovato un altro percorso diverso per questa funzione sensoriale, che indica un'evoluzione convergente. Ciò è in netto contrasto con l'evoluzione della visione, proposta da Darwin, avvenuta probabilmente solo una volta con un antenato comune".

Questa ricerca permetterà non solo di approfondire lo studio di altre specie senza strutture sensoriali uditive, che potrebbero manifestare una percezione sonora, ma anche una rivalutazione ed un approfondimento del senso dell’udito.

In merito all’importanza dello studio, Xu conclude "Con questa nuova aggiunta di sensazione uditiva, abbiamo ora pienamente stabilito che tutti i sensi primari si trovano in C. elegans, rendendolo un eccezionale sistema modello per lo studio della biologia sensoriale"