Questo verme riesce ad evitare i dannosi batteri blu pur non possedendo occhi

Questo verme riesce ad evitare i dannosi batteri blu pur non possedendo occhi
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Un piccolissimo verme, molto studiato dalla scienza, sembra riuscire a distinguere il colore blu nonostante non possieda occhi o recettori specifici per discernere i colori.

Il verme nematode Caenorhabditis elegans vive nel suolo e, nonostante sia lungo solamente 1mm, è molto ben conosciuto e studiato dalla scienza. C. elegans, data la sua “semplicità” come essere vivente, infatti, è un cosiddetto “organismo modello” perché viene spesso usato dalla scienza per studiare meccanismi biologici. Tuttavia, nonostante sia molto studiato, sembra non smettere di sorprendere gli scienziati. Questo verme si nutre di altri microrganismi che decompongono la materia organica e, tra questi, ve ne sono alcuni anche velenosi per il verme. Uno di questi è lo Pseudomonas aeruginosa, un batterio caratterizzato dall’avere un pigmento blu.

Molto spesso le potenziali prede velenose hanno dei colori sgargianti che utilizzano per far capire ai loro predatori di essere velenosi perché è inutile essere velenosi e venire lo stesso mangiati: meglio far capire al predatore di essere pericolosi così che l’animale si scoraggi e cerchi altro cibo. Tuttavia, il Caenorhabditis non ha occhi capaci di percepire il colore blu dei batteri e, nonostante questo, sa benissimo che deve evitare i batteri blu perché velenosi. A rendere questi batteri di tale colore è una sostanza chiamata piocianina. Ecco, quindi, che scienziati dell’Università di Yale si sono chiesti come faccia questo piccolo verme a capire quali batteri sono innocui e quali no.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Science e lo studio riserva qualche sorpresa. Durante gli esperimenti sembra che il verme abbia accuratamente evitato batteri innocui ai quali è stata somministrata della piocianina. A questo punto gli scienziati si sono chiesti se il verme non avesse qualche recettore che “fiutasse” la piocianina e hanno così preso altri batteri innocui che sono stati “colorati” con altri pigmenti blu. Anche in questo caso il verme ha accuratamente evitato questi nuovi batteri blu. Usando degli appositi filtri che hanno rimosso la luce blu, i vermi erano invogliati a mangiarli. Sono stati analizzati, in questo modo, una sessantina di ceppi diversi di C. elegans e gli scienziati hanno scoperto che alcuni, effettivamente, “fiutavano” la molecola piocianina evitandola, altri evitavano il colore blu.

Il passo successivo è stato capire come questi ultimi rilevassero la radiazione luminosa pur non avendo organi deputati a tale scopo. Probabilmente, ci dicono gli scienziati che hanno svolto lo studio, C. elegans possiede una proteina capace di “percepire” il colore blu rendendolo dunque capace di evitare i batteri dannosi.