Un viaggio di un minuto fino al cuore della nostra galassia: Sagittarius A*

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Difficilmente qualcuno potrebbe non aver mai sentito parlare del buco nero supermassiccio presente nella nostra galassia, Sagittarius A*. Un cuore di tenebra, famelico e onnipotente, raggiungibile in pochi secondi grazie a questo video dell’ESO (Osservatorio Europeo Meridionale).

Risalente al 2018, il video ha ottenuto una grande fama soprattutto per l’utilizzo di immagini reali della Via Lattea (nella prima parte) e per la ricostruzione dettagliatissima dei moti mareali intorno al buco nero, ottenuta dai dati interferometrici acquisiti mediante lo strumento GRAVITY dell'ESO. Ci permette di comprendere non solo quanto sia enorme il nostro “piccolo” vicinato cosmico, ma ci dà un assaggio della sterminata potenza di Sagittarius A*.

Un buco nero supermassiccio di 4.7 milioni di masse solari: un mostro notevole certo, ma molto lontano dall’essere inserito nell’olimpo dei più potenti. Considerando che la classificazione dei “supermassicci” inizia da un milione di masse solari fino ad arrivare alle decine di miliardi circa (e non si sa esistano buchi neri oltre le 100 miliardi di masse solari, definiti "stupendamente grandi"), ci possiamo rendere conto che in realtà SgrA* è alquanto “banale”. Eppure, è capace di far vorticare intorno a sé, mediante la sua interazione gravitazionale, un'intera galassia.

Ogni cosa nella Via Lattea ha un moto di rivoluzione intorno al divoratore cosmico, compreso il nostro Sistema Solare, che compie un giro completo in circa 225-250 milioni di anni ad una velocità media di 220 km/s. Stando a questi dati possiamo affermare che da quando l’Uomo ha iniziato a camminare sulla Terra, la nostra Stella ha compiuto solo 1/1250 (un milleduecentocinquantesimo) di orbita galattica, e che impiega qualcosa come 1400 anni per spostarsi di un solo anno luce.

Il “segreto” di questa forza inarrestabile, per un oggetto relativamente così piccolo, risiede nella natura intrinseca dell’Interazione Gravitazionale (intesa come una delle quattro interazioni fondamentali che governano l’Universo): una delle sue caratteristiche più sconcertanti è che il suo raggio d’azione è praticamente infinito. Potremmo allontanarci anche milioni di anni luce dal nostro Sole, ma risentiremmo sempre di una sua interazione (ovviamente con un’intensità sempre minore, ma per quanti zeri vengano aggiunti dopo la virgola il valore non sarà mai nullo). Un oggetto come una stella, per quanto grande sia, può avere un effetto trascurabile ad una certa distanza, ma un buco nero supermassiccio è un altro paio di maniche, ed è capace di farsi sentire anche a centinaia di migliaia di anni luce.

Non a caso persino la nostra galassia è attratta da qualcos’altro, qualcosa di ancor più potente che ci mantiene in un valzer infinito intorno ad un nucleo convergente chiamato “Grande Attrattore”, e che intrappola ogni cosa nell’arco di quasi cento milioni di anni luce. Si pensa sia un agglomerato di galassie, vecchie e nuove, in scontro tra di loro, che abbiano una massa dell'ordine di 6 x 1015M.

Sagittarius A* è il cuore che vive, e che dà vita, nella Via Lattea, ed è stato oggetto di un’infinità di studi. Molti speravano che la prima foto del buco nero fosse proprio la sua, ma invece è toccata a M87*, molto più facile da analizzare grazie ad un punto di vista privilegiato. Il nostro buco nero, infatti, sebbene più vicino (distante circa 25mila anni luce), è celato da un incredibile quantità di stelle, polveri e gas che rendono la raccolta dati più difficoltosa, ma non impossibile: occorrerà pazientare solo un po’ di più.

Di recente, nei pressi del nostro buco nero supermassiccio, sono state individuate anche le stelle più veloci della galassia, con una velocità folle di circa l’8% della velocità della luce.