I video in streaming inquinano quanto la Spagna, i porno quanto tutte le famiglie francesi

I video in streaming inquinano quanto la Spagna, i porno quanto tutte le famiglie francesi
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Dura denuncia da parte del Think tank francese The Shift Project, che si scaglia contro l'inquinamento generato dai video on-demand. I video peserebbero, infatti, per l'80% del traffico dati mondiale, con un impatto ambientale ancora poco conosciuto al grande pubblico.

Da Youtube a Netflix, passando, ebbene sì, anche per i porno. Rendere accessibile ad ogni ora del giorno, in tutto il mondo, e con definizioni sempre più elevate, centinaia di miliardi di clip, film e serie TV ha un prezzo. Richiede enormi data center, come quello di Google da 600 milioni costruito ad Hamina, in Europa. Data center che consumato una mole spropositata di energia elettrica, ovviamente.

Nel 2018, denuncia il Think Tank francese, l'energia consumata per la visualizzazione di video online avrebbe generato 306 milioni di tonnellate di CO2: tante quante quelle generate dall'intera Spagna, che da sola emette l'1% del gas serra globale. Un terzo di queste emissioni, tanto quanto quelle prodotte dal Cile, arriva da piattaforme come Netflix, Hulu e Amazon Prime. Il 27% del traffico di dati video, invece, è dato dal consumo dei video porno, che da soli inquinano quanto tutte le famiglie francesi.

The Shift, quindi, chiede di tornare indietro: di limitare per legge la risoluzione dei video, e vietare l'autoplay, quando è la stessa piattaforma a portare l'utente in un loop di video suggeriti diversi.