Il luogo in cui si vive può avere una certa influenza sul nostro peso: in che modo?
L’impatto del luogo in cui viviamo sul nostro benessere psicofisico è già stato provato dai ricercatori: per esempio, vivere in aree verdi riduce il rischio di ictus. Una nuova ricerca sul tema ci ha svelato una ulteriore correlazione: la città in cui si vive può definire lo stile di vita e la salute stessa dei residenti, ma come?
Due ricercatori della University of Canterbury in Nuova Zelanda hanno studiato il caso specifico del loro paese, dove vive uno dei più alti numeri di adulti obesi al mondo. Il problema è da tempo associato a una carenza di responsabilità personale, ma secondo la coppia di esperti bisognerebbe porre particolare attenzione sul sistema sanitario, sulle decisioni del governo e, soprattutto, sull’ambiente in cui si vive.
L’analisi si soffermerebbe quindi sull’Healthy Location Index o HLI, indice che scomporrebbe gli elementi sani e malsani nelle città offrendoci una panoramica di quali siano le zone cittadine dove si vive meglio. Prima di tutto, si considerano cinque caratteristiche negative: fast-food, punti vendita da asporto, minimarket, punti vendita di alcolici e casinò o sale slot. A esse si contrappongono cinque caratteristiche “promotrici della salute”: spazi verdi, ambienti aquatici esterni accessibili detti anche “spazi blu”, strutture per attività fisica, punti vendita di frutta e verdura e supermercati.
Studiando le tre principali regioni urbane della Nuova Zelanda, ovvero Wellington, Auckland e Christchurch, è stato scoperto ciò che vedete in calce alla notizia: nelle grandi città esiste un numero spropositato di luoghi con accesso alle dette caratteristiche negative che porterebbero a un peggioramento della salute e a un incremento pericoloso dei casi di obesità, eccetto per le zone con particolare accesso ai parchi o zone naturali.
Per i due ricercatori, dunque, si pone un grande problema relativo alla pianificazione stessa delle città: le aree svantaggiate che non promuovono il benessere personale sono molte più rispetto alle aree migliori, spesso distanti dal centro cittadino e dunque meno accessibili.
Questa resta comunque la prima e unica – finora – iterazione di questo particolare indice, ergo potrebbero essere necessari altri studi in altri Paesi per confermare la sua validità in più contesti.
Tempo addietro abbiamo invece visto come abitare in zone verdi aiuti a smettere di fumare.
FONTE: The Conversation
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