Volontari hanno vissuto in "un altro pianeta" sulla Terra per 370 giorni: ecco i dettagli

Volontari hanno vissuto in 'un altro pianeta' sulla Terra per 370 giorni: ecco i dettagli
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Alcuni volontari dell'Università di Beihang, in Cina, hanno vissuto in un habitat chiuso per 370 giorni chiamato Lunar Palace 1. Un habitat chiuso è, in poche parole, un luogo che cerca di essere autosufficiente per quanto riguarda l'ossigeno, il cibo e l'acqua, senza dover far affidamento su rifornimenti esterni o l'aria della Terra.

Sono stati due i gruppi di volontari che si sono alternati vivendo nella biosfera nel corso di 370 giorni, secondo quanto riportano i media locali, richiedendo forniture davvero minime all'esterno. L'obiettivo di un esperimento del genere è semplice: scoprire se è possibile costruire un ecosistema autosufficiente che possa essere utilizzato come esempio su un altro pianeta.

Vi abbiamo già raccontato di un esperimento del genere condotto tra il 1987 e il 1991, che finì davvero male per gli abitanti della base a causa del poco rigore scientifico applicato. Adesso, poiché la Cina ha già affermato che intende costruire una base sulla Luna, ha già iniziato a studiare gli effetti - e le possibilità - della creazione di una struttura abitativa sul satellite.

Per questo motivo progettano e costruiscono biosfere dal 2014. Una volta terminata la costruzione della biosfera Lunar Palace 1 nel 2017, quattro volontari sono entrati nella struttura e sono rimasti per 110 giorni. In tutto, si sono susseguiti due gruppi che hanno vissuto all'interno della struttura per ben 370 giorni.

Il Lunar Palace 1 è formato da tre moduli, due strutture sono riservate per la coltivazione del cibo mentre la terza funge da casa per gli occupanti. L'aria e il cibo vengono forniti dalle piante, mentre l'acqua viene continuamente riciclata durante l'esperimento. L'urina e gli escrementi vengono utilizzati come fertilizzanti e persino gli insetti, come le tarme della farina (che possono essere mangiate anche in Europa) vengono utilizzate per fare il pane, dopo essere state coltivate su rifiuti vegetali.