YouTube accusata di censura, il sito ora può mettere "nel limbo" alcuni video

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Le nuove policy di YouTube ora prevedono due tipi di contenuti non graditi, quelli illegali o razzisti e quelli "controversi". Se con i primi non ci sono grossi problemi, nel senso che il sito si limita a cancellarli, i secondi vengono invece messi in una sorta di limbo che ne riduce l'audience raggiungibile. É censura? Per molti la risposta è sì.

I video giudicati borderline ora vengono preceduti da un avviso, da un pannello nero che riporta la scritta "questo video è stato segnalato dalla community come offensivo o inappropriato per alcuni spettatori". All'utente la libertà di scegliere se procedere comunque o meno.

Per YouTube si tratterebbe di una mossa per permettere la libertà di parola, proteggendo allo stesso tempo il pubblico più sensibile. Eppure le conseguenze per chi carica un video bollato come inappropriato non sono poche. Innanzitutto non è possibile incorporare il video su altri siti, andando a perdere una feature che permette di raggiungere un pubblico che magari non frequenta YouTube abitualmente. In secondo luogo, ovviamente, i video in questione vengono penalizzati nei risultati di ricerca interni e nel feed del sito. Inoltre sembrerebbe che venga anche eliminata la possibilità di monetizzare tramite adds. Insomma, meno soldi per lo Youtuber.

Youtuber che sarà quindi scoraggiato da trattare certi argomenti, scegliendo di planare su altri discorsi più rassicuranti. Questo, tuttavia, non riguarda solo chi ha scelto, magari, di fare politica su YouTube. Come i vari Paul Joseph Watson di Infowars o un Donadel, per citarne uno italiano. Persone che portano avanti posizioni di destra sicuramente discutibili e di dubbio gusto, ma comunque più che legittime. Potenzialmente questa policy rischia di colpire anche chi registra un vlog su un tema scottante come può essere il terrorismo islamico. Questo è successo ad esempio allo youtuber italiano Dellimellow che è stato penalizzato per aver fatto un semplice video dove consigliava alcuni saggi da leggere, tra cui uno che sulla copertina raffigurava la bandiera dell'ISIS.

Il The Sun, trattando l'argomento, non a caso cita il fondatore di WikiLeaks Julian Assange che aveva chiamato questa pratica dei colossi della Silicon Valley "censura economica". Sempre il The Sun fa riferimento ad un video di una donna di colore che se la prende con il movimento Black Lives Matter, ovviamente senza scadere nel razzismo becero. Anche questo video inspiegabilmente è stato cancellato, prova che qualche problema nella moderazione dei contenuti forse esiste. E sempre più persone pretendono una spiegazione da Google.