YouTube cambia le policy sulle imprecazioni: video non più demonetizzati in alcuni casi

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È ormai da un bel po' di tempo che si discute in merito alla politica di YouTube sulle imprecazioni. Infatti, alcuni Content Creator avevano espresso il proprio disappunto relativamente alla demonetizzazione di determinati video legati a "volgarità", questione per cui ora YouTube sta per certi versi tornando sui suoi passi.

A tal proposito, come riportato anche da The Verge e PhoneArena, precedentemente la politica della popolare piattaforma video poteva portare alla mancata monetizzazione di un video in cui venivano rilevate imprecazioni nei primi 15 secondi. Alcune segnalazioni facevano riferimento al fatto che il tutto risultava valido anche per video datati.

Adesso, invece, la stessa YouTube ha spiegato: "abbiamo scoperto che la policy sulle volgarità ha portato a un approccio più rigoroso di quanto intendessimo". La questione arriva in seguito alle succitate "proteste" di alcuni Content Creator relative al fatto che quel tipo di "controllo" fosse un po' troppo rigoroso, per usare un termine scelto anche dalla piattaforma.

Per questo motivo, in un video caricato sul canale YouTube Creator Insider viene spiegato che ora si cercherà di "allentare" un po' il tutto. In parole povere, anche se verranno rilevate imprecazioni, i Content Creator potranno comunque guadagnare qualcosa dai contenuti in determinati contesti. "I contenuti video che utilizzano parolacce, moderate o forti, dopo i primi sette secondi saranno ora idonei per la monetizzazione, a meno che quei termini non vengano utilizzati ripetutamente per la maggior parte del video", ha spiegato l'azienda.

Ci sono dunque ancora delle restrizioni, considerando la specifica dei primi sette secondi (sembra comunque che sia possibile inserire imprecazioni anche direttamente all'inizio del video, ma che non si possa chiaramente esagerare). Certo, il tutto è ancora un po' vago, ma quel che è certo è che a partire da questi giorni YouTube sta "allentando" il tutto. Tra l'altro, la piattaforma ha affermato che entro il 10 marzo 2023 rivedrà i video che sono stati "colpiti" dal precedente aggiornamento.