YouTube sotto la lente del Roskomnadzor per le "fake news" sull'Ucraina

YouTube sotto la lente del Roskomnadzor per le 'fake news' sull'Ucraina
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In un periodo particolarmente complesso per le relazioni internazionali, c'è stata una forte ondata di solidarietà da parte del mondo Big Tech nei confronti dell'Ucraina, in seguito all'invasione su larga scala da parte dell'esercito russo.

Tra queste, un ruolo fondamentale lo hanno certamente avuto Facebook e YouTube col blocco di RT e Sputnik, due media finanziati dal Cremlino e operativi anche dalle nostre parti.

Proprio in merito all'informazione, di recente il Roskomnadzor, il regolatore russo per le comunicazioni, ha minacciato di sanzionare ufficialmente Google per la mancata rimozione di contenuti ritenuti "illegali" nel Paese. Il primo approccio dovrebbe prevedere una multa di 8 milioni di rubli, pari a circa 95.000 dollari, per poi diventare il 20% delle entrate annue di Google in caso di recidiva.

Il regolatore sostiene che Google abbia un suo ruolo nella diffusione di contenuti falsi su quella che il Cremlino continua a definire un'"operazione militare speciale", pertanto in quest'ottica i contenuti contrari al conflitto potrebbero essere ritenuti tutti passibili di accusa. Si parla, inoltre, di contenuti di natura "estremistica" oppure ritenuti sovversivi, come alcuni che inviterebbero alla manomissione delle reti ferroviarie russe e bielorusse, spina dorsale della logistica militare di Mosca.

Già il 18 marzo 2022, il Roskomnadzor aveva invitato Google a interrompere la trasmissione di contenuti "anti-russi" il prima possibile, raccogliendo come unico risultato quello del blocco mondiale dei media russi su YouTube.