Gli "zombie" esistevano nel Medioevo, ma non proprio come potremmo immaginarli

Gli 'zombie' esistevano nel Medioevo, ma non proprio come potremmo immaginarli
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Lo storico Darren Oldridge ha illustrato alcuni aspetti peculiari che si diffusero nel corso dei secoli precedenti, arrivando persino al Medioevo. Fra questi, risalta un pensiero alquanto bizzarro: a quanto pare, prima dell'Illuminismo, le persone credevano ciecamente nell'esistenza degli zombie...ma non proprio come li intendiamo oggi.

Nel libro "Strane storie", lo studioso introduce il tema della percezione degli "zombie" nel Medioevo portando come esempio un testo risalente al 1684, scritto dal professore di matematica George Sinclair.

In questo breve documento viene raccontato di un corpo che, seppur morto, riusciva ancora a reagire e ad emettere dei gemiti, prima di essere sepolto. Anche sotto la terra, però, l'uomo continuò per molto tempo a dimenarsi per uscire.

Quello che venne raccontato da Sinclair, a prima vista, fu interpretato come un semplice racconto bizzarro. Eppure, il matematico credeva realmente in quello che aveva scritto e, in poco tempo, cominciò a diffondere la sua possibile testimonianza in importanti spazi di cultura, come la corte di Giacomo I (re d'Inghilterra, Scozia ed Irlanda).

Molti dubitarono delle sue parole, ma questo non scoraggio Sinclair, che, in breve tempo, riuscì a recuperare delle prove che confermassero l'esistenza dei "cadaveri viventi".

A sua sorpresa, molte fonti medievali e rinascimentali sembravano confermare la sua visione. Gli storici moderni hanno spiegato che l'immagine dei cadaveri rinati poneva radici fin dal Nuovo Testamento e presto, nella società medievale, venne associata alla stregoneria e alle possessioni sataniche.

Diventa possibile, quindi, pensare che la realtà dei morti-viventi sia sempre esistita, alla fine, nella cultura europea.

Oggi potremmo pensare che l'origine degli zombie possa risiedere in una malattia peculiare, dettata dai cambiamenti climatici o qualche esperimento non riuscito in laboratori. Oppure, rimanendo più attaccati alla realtà, potremmo pensare al mondo dei parassiti e come questi rendono gli insetti in veri e propri morti-viventi.

Nel Medioevo, al contrario, questi "mostri" erano legati alla tradizione cristiana. Basta pensare alla Bibbia e alla rinascita di Lazzaro, per esempio, o il ruolo che la figura di Satana ebbe nella società medievale e rinascimentale. Molti studiosi dell'epoca confermavano l'esistenza del fenomeno dei cadaveri-viventi, affermando che, secondo la dicotomia tra corpo e spirito, il primo venisse posseduto dal diavolo per compiere azioni malvagie nel mondo materiale.

Curiosa è l'affermazione dello storico Nicolas Rémy, che affermò in un testo del 1595: "Il diavolo sembra apprezzare maggiormente i corpi putridi che puzzano". Un'immagine che rimanda sicuramente agli zombie più moderni.

Un primo blocco a questo peculiare fenomeno europeo si ebbe a partire dal XVII secolo, quando la scienza cominciò ad essere il fulcro su cui girava la cultura.

Molti tradizionalisti cercarono di preservare i valori religiosi rimarcando o allargando questi racconti medievali. Fu questo, probabilmente, il motivo per cui Sinclair decise di diffondere il suo racconto nella società inglese di fine Seicento.

I morti-viventi, paradossalmente, divennero un "antidoto all'ateismo", come spiegò il filosofo seicentesco e britannico, Henry More.

Con l'affermarsi dell'Illuminismo, ovviamente, molti intellettuali negarono completamente tutti i valori cristiani affermatisi nel Medioevo, perché considerati "frutto della superstizione più cieca". Di conseguenza, rimasero anche coinvolti gli "zombie", di cui non se ne parlò per molto tempo.