Zuckerberg servì al CEO di Twitter una capra che aveva ucciso con le sue mani

Zuckerberg servì al CEO di Twitter una capra  che aveva ucciso con le sue mani
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In una lunga chiacchierata con Rolling Stone, il co-fondatore, e ora nuovamente CEO di Twitter, Jack Dorsey, ha parlato del suo bizzarro rapporto con Mark Zuckerberg. Non solo Dorsey ha detto di non capire pienamente "cosa voglia Facebook", ma ha pure raccontato di quella volta che Zuckerberg gli servì una capra che aveva ucciso personalmente.

Dorsey si è raccontato completamente alla giornalista di Rolling Stone Brian Hiatt, ha parlato dell'umiliazione di essere stato cacciato dalla stessa azienda che aveva fondato, di come tuttavia la frustrazione si sia trasformata nella necessità di provare a se stesso le sue capacità, fondando un'altra azienda di successo, Square (di cui è ancora CEO nonostante l'impegno in Twitter).

"Una volta mi interessava, ora non più", ha detto, ad esempio, della faida per dimostrare al grande pubblico chi fosse la vera mente dietro al social che ha cambiato moltissimo la società americana. Per il CEO di Twitter il vero successo della piattaforma viene dalle interazioni spontanee, poi istituzionalizzate, create dagli utenti: @ per contattare un account, # per sottolineare l'appartenenza di un post ad un argomento preciso e i retweet, tutte cose create dalla utenza del social, e poi inserite come feature ufficiali.

Ovviamente un grosso tema dell'intervista —che trovate per intero qua in originale, e qua in italiano— è stato il tema del free speech e degli estremisti di destra, il passaggio dal modello neutrale fatto proprio dalla Sillicon Valley a quello attuale di deplatforming attivo contro quelli che la intervistatrice chiama "neonazisti", il ritardo con cui Twitter spesso è intervenuto rispetto ad altri social e le difficoltà oggettive di compiere un'azione quotidiana di pulizia e moderazione — "non è che la gente si definisca esplicitamente neonazista", ha risposto Dorsey negando che il problema di cosa vada accettato e cosa no sia tutto fuorché semplice.

E poi si è parlato di Facebook. Ovviamente. "Non so quale sia la loro filosofia, non so quale sia il loro scopo, so quello che dicono, ma non saprei", ha detto sulla "mission" del social rivale. "Ritengo Mark un uomo d'affari molto, molto intelligente. Avrà successo nell'occupare più quote di mercato possibili".

Ma qual è stato l'incontro più memorabile avuto con Mark Zuckerberg, chiede ad un certo punto l'intervistatrice. "C'è stato un anno in cui mangiava solo quello che uccideva personalmente", ha spiegato. "Ha preparato una capra per cena, e l'aveva uccisa lui". "Ma l'ha uccisa davanti a te?", incalza la giornalista. "No prima, con una pistola laser e un coltello".

La giornalista rimane allibita e gli chiede cosa intendesse con pistola laser: "Non so, una stun gun, l'ha stordita e poi l'ha finita con un coltello".

Nota personale: sapevamo che Mark Zuckerberg ama darsi delle sfide ogni anno, dei buoni propositi post-capodanno che si impegna a mantenere. E sapevamo che anni fa si era, appunto, sfidato a mangiare solo quello che avrebbe ucciso di persona. Ci era sembrata una di quelle frasi dette tanto per, quando una persona motiva la propria filosofia vegana, appunto rinunciando a mangiare carne. O almeno, una persona normale —e non nata in campagna o allevata in uno scannatoio— farebbe così, no? Mai ci saremmo aspettati, nemmeno da Mark Zuckerberg, che questo diventasse un pretesto per ammazzare un animale con le proprie mani, armati di pistola stordente e coltello. Nel senso, seriamente? C'è da dire che la bestia è stata mandata ad una macelleria perché venisse fatta a pezzi. Sapere questo dettaglio ci fa tirare un mezzo sospiro di sollievo.

Durante quella cena oltre alla capra hanno avuto della insalata, per la cronaca.